Francesca Baboni “Critico d’arte” alla mostra antologica di Rusp@

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Il Critico d’arte Francesca Baboni mentre presenta la mostra antologica di Rusp@

a Castelnovo di Sotto         26 Novembre 2011 

 ONIRICHE PERCEZIONI

 Una mostra per raccontare un viaggio attraverso l’arte di una vita. O quasi.

Un’esistenza intera appassionata di pittura. Gianni Ruspaggiari o meglio Rusp@ – come ama farsi chiamare – è un autodidatta e dipinge fin dall’adolescenza. Per questa esposizione antologica, che va dalle opere giovanili degli anni ’60 fino alle ultime sperimentazioni in digitale del 2011, torna nella sua terra natale per mostrare un percorso artistico, o se vogliamo evolutivo, che ha saputo rinnovarsi attraverso lo scorrere del tempo. Grazie ad una pratica assidua e continua che non si è mai arrestata, passata attraverso premi, personali e collettive in Italia e all’estero, l’artista ha affrontato una vera e propria evoluzione dello stile, iniziato nel periodo giovanile con paesaggi ad olio su tela dalla forte impronta onirica. In queste vere e proprie visioni intimiste, Rusp@ ci trasporta in un paesaggio padano – o nella magica città di Venezia –  surreale e fantastico, modificato dalla sua fervida fantasia, deformato dalla lente creativa della sua energia percettiva, dove case e palazzi dai colori acidi sembrano quasi impazzire e modificarsi contorcendosi e allungandosi all’infinito come elastici, per poi rinchiudersi su loro stessi con un singolare quanto poetico effetto claustrofobico. Nel mondo da favola di Rusp@ la percezione è continuamente e sorprendentemente ribaltata, così come si moltiplicano i punti di vista dello spettatore, che assiste alla mutazione in atto come davanti ad uno spettacolo ironico e inatteso che trasfigura la realtà quotidiana. Lo spazio mentale è sempre quello emozionale, che ritorna nelle scene di vita raccolte dal suo sguardo e che lo porta a poco a poco a sperimentare le tecniche di pittura digitale. Rendendo grazie al computer l’immagine irriconoscibile, ai limiti di un’astrazione prettamente di concetto, il pittore sonda nuovi mondi paralleli costruiti dalla virtualità estrema, dove la macchina si fonde al pensiero e il colore si amalgama fino a diventare un tutt’uno con la materia stessa.    

Francesca Baboni