Guastalla Palazzo Ducale

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Rusp@: Visioni pittoriche tra surrealismo e contemporaneità.

Una sequenza ritmica di esili profili architettonici verticali, leggermente curvati, quasi alla ricerca di un abbraccio tra forme artificiali e spazi naturali; il tutto avvolto da una poesia silenziosa espressa in una fantastica policromia di immagini surreali. Rusp@ attraverso il suo linguaggio espressivo ci riporta alle relazioni tra “corpi materici” che sono l’atto fondativo della costruzione e i nostri luoghi. Un remake di stratificazioni prospettiche come nella pittura trecentesca di Giotto nella quale le architetture verticali sono rappresentate attraverso piani e superfici policromatiche in relazione tra di loro. La costruzione di un luogo quindi non solo come spazio fisico ma come rappresentazione dei valori della vita. Architetture che sembrano danzare sulle onde di un intenso mare blu fino a perdersi all’orizzonte in un cielo terso azzurro quasi ad evocare i “blu” della pittura di Piero della Francesca. Il fondo delle sue opere pittoriche, quasi sempre di colore azzurro-blu, diventa un luogo senza identità, senza memoria, senza riferimenti riconducibili a uno specifico contesto; quasi per cancellare qualsiasi forma iconica che ci riporta ad un luogo con una specifica identità. Ed è per questi aspetti che possiamo parlare di espressioni pittoriche surreali, tra sogno ed evocazione, tra desiderio ed attesa, tra spazio e tempo.

Una pittura “visionaria” che sconfina tra le simbologie e le allusioni di una pittura primordiale che rappresenta i luoghi in forme fiabesche e oniriche come nella pittura quattro-cinquecentesca di Bosch e come nella pittura espressionista-naifs di Rovesti e Colombo che ritrae il mondo magico e arcaico della cultura contadina. La figura umana è quasi sempre rivolta verso una visione prospettica e irreale di un paesaggio, tra un possibile sogno e visioni fantastiche alla ricerca di un luogo nel quale ritrovare il piacere del vivere contemporaneo. Un luogo che si esprime in pittura attraverso relazioni tra elementi artificiali e naturali, il tutto rappresentato da “forme fuori scala”. E’ attraverso l’uso di colori primari, accesi, per le forme artificiali e dei colori tenui per le forme naturali che Rusp@ cerca di costruire una nuova figurazione come relazione tra le opere dell’uomo e la bellezza della natura. Un piccolo manifesto di una nuova realtà urbana. Nelle sue opere pittoriche ritroviamo infinite scene della quotidianità che lui rappresenta sempre con situazioni di “eccezione” quasi mai riproducendo scenografie ordinarie ma attraverso la relazione tra i personaggi e il luogo per un infinito viaggio virtuale come desiderio interiore dell’artista a espressione dei contenuti della sua pittura. Schegge di vita urbana, figure senza volti, paesaggi irreali e architetture che si piegano dal cielo fino a terra cercando un’emulazione o meglio una simbiosi con le forme naturali. Immagini segmentate, contrastate da infinite forme lessicali e informali con intensi cromatismi  per rappresentare un possibile mondo attraverso l’uso della pittura. Una  distorsione di forme che raggiunge il suo apice nell’utilizzo del computer per l’esecuzione delle sue opere pittoriche per una visione complessiva tra immagini optical e iper-futuristiche a definizione di mondi interplanetari.

C’è sempre nel lavoro di Rusp@ un luogo fantastico nel quale ritrovare il piacere del vivere contemporaneo che oggi sembra essere assente. Immagini silenziose nelle quali ritrovare quella magia che permette all’artista di realizzare uno specifico e autonomo processo creativo. Virginia Wolf ci ricorda che l’arte non è il bello ma il vedere le cose in modo diverso; un modo differente che sta alla base di tutta la ricerca pittorica di Rusp@ attraverso l’espressione di un fantastico mondo…….. tra realtà e fantasia.

 

Sergio Zanichelli